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logo Marostica Territorio da amare, vivere, visitare

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Visitare Percorso 1 - Dal Borgo medievale alla Città Murata

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Variante 1A

  • Tempo di percorrenza: 30 min

  • Lunghezza: 1,8 km

  • Tipo di percorso: via Rialto - via S. Antonio Abate - Piazza Castello - Corso Mazzini - Porta Bassano - Campo Marzio

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Si parte da Campo Marzio imboccando Via Due Rogge, fino ad arrivare in Piazza Ortigara in Borgo Giara e si imbocca via Beato Lorenzino, addentrandoci nel  più antico insediamento di Marostica. Alzando lo sguardo possiamo ammirare la mole dell’ex Convento Santi Fabiano e Sebastiano, situato sulla sommità del Monte Pausolino. A metà del Borgo incontriamo sulla nostra sinistra la ex Chiesa del Monastero di San Gottardo (1470), dove era collocato il primo Ospedale della Città, retto dalle Monache Agostiniane. Si percorre tutta la via tra antiche abitazioni ed ex-edifici artigianali, ultima testimonianza della storia industriale di Marostica, dove tra il Quattrocento e la fine dell’Ottocento si praticava la lavorazione del filato di seta, e poi dei capelli di paglia fino alla seconda metà del Novecento. Superata l´antica Pieve di S. Maria Assunta, si passa di fronte alla casa natale di Prospero Alpini ( 1553-1616 ), medico e botanico presso l´Università di Padova che per primo fece conoscere il Caffè alla Repubblica di Venezia.
Si prosegue mantenendo la sinistra per entrare nella Città Murata attraverso Porta Bassano. Appena entrati si può svoltare a sinistra per visitare il più antico edificio religioso costruito all’interno della Città Murata: la ex Chiesetta San Marco, edificata nel 1464  in occasione del 60° anniversario della dedizione della Città alla Serenissima Repubblica di Venezia. Ritornando sui nostri passi, si riprende il percorso principale imboccando via Calesello che ci conduce verso la suggestiva parte alta della Città, costeggiando le possenti mura scaligere intervallate dai “Torresini”. Si giunge quindi in prossimità della Chiesa di Sant’Antonio Abate e della Chiesa dei Carmini. Qui si può lasciare il percorso principale, svoltare a sinistra, scendere per via Sant’Antonio e raggiungere Piazza Castello (variante 1a); oppure andare dritti scendere per via 24 Maggio, uscire per Porta Breganze dove incrociare la segnaletica per il percorso n. 4 “San Luca – Val d’Inverno” oppure per  il percorso 5 che ci porta a Pianezze sul sentiero “ Sentiero dei ciliegi”.
Mantenendo il percorso principale si prosegue invece tenendo la destra, passando di fronte alla Chiesa e all’Oratorio dei Carmini, si risalgono le pendici del Monte Pauso all’interno del Parco Salin fino a raggiungere il Castello Superiore. Una volta raggiunta la sommità si può godere uno dei più bei panorami della Pedemontana Veneta, con una visuale che spazia da Est a Ovest: la pianura con sullo sfondo il gruppo del Grappa a Est, i Colli Euganei  e i Colli Berici a Sud, a Ovest le Piccole Dolomiti, a Nord l’Altopiano di Asiago. Scendendo su strada asfaltata attraverso la Porta Est del Castello si perviene ad un piccolo parcheggio dal quale si prosegue scendendo dal percorso principale prendendo il Sentiero dei Frati, in parte selciato, che si dirige verso il Colle Pauso e l`ex-Convento di San Fabiano e Sebastiano. Incrociamo la prima deviazione a destra  per il Sentiero di Valdibotte che permette di arrivare in breve tempo in Campo Marzio.  Proseguendo diritti, invece, si percorre il versante Nord del Colle Pauso: deviando a destra si può facilmente raggiungere la sommità del colle per un´interessante visita panoramica.  Proseguendo lungo il Sentiero dei Frati, si procede in  discesa ( ed occorrerà fare attenzione in quanto l'umidità rende il percorso in alcuni tratti scivoloso) verso Est fino ad incrociare Via Convento (girando a destra si può andare a visitare quello che resta dell´ex-monastero di S. Sebastiano). Proseguendo si giunge in Piazza Ortigara e da qui prendendendo via Due Rogge  in Campo Marzio.

Quando si visita un ambiente naturale con l´intenzione di scoprirne alcuni aspetti è opportuno dedicarsi ad osservare i suoi elementi più caratteristici.  In questo percorso si ha modo di fare ciò cominciando dal Parco Comunale “G. Salin”, dove non mancano alcune tipiche caratteristiche. Tra di esse sono molto evidenti la conformazione delle rocce (costituite da calcari fossiliferi disposti a strati sub-verticali a reggipoggio, cioè inclinati verso il monte) e la varietà della vegetazione, soprattutto arborea, formata da diverse specie  alloctone (estranee all´ambiente originario). Per quanto riguarda la presenza di animali, invece, è assai difficile notare qualche specie interessante, a parte alcuni invertebrati, poichè l´ambiente risulta molto antropizzato. Gli elementi naturali più evidenti, quindi, sono costituiti da rocce ed alberi.  
Lungo il Sentiero dei Carmini si nota subito che gli strati calcarei assumono la conformazione già descritta, che si ripete invariata fino al Castello Superiore. Tra le piante, invece, si possono osservare difformità: sono molto diffuse le aghifoglie (soprattutto il Cipresso italico e dell´Arizona, il Pino domestico e il Cedro dell´Himalaya o deodara); mentre le piante “nostrane” a latifoglia più significative sono: l´Olivo, lo Spaccasassi-Bagolaro, l`Acero Oppio, l´Orniello, la Roverella e la Robinia. Gli alberelli lungo la strada davanti al Castello, invece, appartengono al genere Ibisco, che però non è autoctono.     

La Variante 1A del Percorso

A nord del Castello Superiore, il percorso mostra aspetti morfologici e botanici assai vari. Le rocce, infatti, assumono altre conformazioni, avendo struttura e composizione diverse; il calcare fossilifero è ancora presente, ma si può osservare qua e là qualche affioramento di basalto (roccia eruttiva tipica della cresta collinare, usata spesso nella costruzione delle antiche “masiere”). Nel primo tratto del Sentiero dei Frati, che s´inoltra nel bosco ad Est del piccolo parcheggio uscendo per la Porta Est del Castello, le piante sono tipicamente “nostrane”. Vi si trovano, infatti, il Sambuco, la Robinia, l`Orniello e il Castagno; inoltre, superato l´incrocio con il Sentiero di Valdibotte, sono ben visibili alcuni Spaccasassi piantati sopra massi scuri di basalto; ai margini del prato successivo, invece, si notano due grandi alberi di Fico e un vecchio Gelso.  Subito dopo si attraversa, sempre in discesa, un bosco intricato nel quale si distinguono un Castagno centenario in via di decomposizione e qualche vecchio Salice, oltre ad alcune piante erbacee (tra queste, molte felci della specie Lingua cervina). Raggiunto un bivio del sentiero, si trova un piccolo stagno alimentato da una sorgente, nel quale è possibile vedere qualche forma di vita animale, tra le quali rane e chiocciole acquatiche del genere Limnea.  L’ultimo tratto del Sentiero dei Frati percorre il margine di un bel boschetto di Nocciolo, limitato da alcuni alti pioppi.

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